Spreco alimentare: come il packaging può aiutare nella lotta agli sprechi

spreco alimentare

Secondo il rapporto 2020 dell’Osservatorio Waste Watcher di SGW- Last minute Market, ogni settimana una famiglia spreca in media 4,9 euro di cibo. Sebbene quest’anno lo spreco alimentare abbia fatto registrare una riduzione del 25%, i numeri restano impressionanti. Ogni anno infatti finiscono nella pattumiera 15 miliardi di alimenti, pari allo 0,88% del Pil nazionale.

Di questi 15 miliardi, 12 sono ascrivibili allo spreco domestico, i restanti 3 alla filiera. Nonostante quanto suggerito dai numeri, il problema non riguarda però solo le abitudini di consumo delle persone, ma anche la modalità di conservazione del cibo: il packaging può dunque giocare un ruolo davvero determinante contro la lotta allo spreco alimentare.

Spreco alimentare: le cause

Tra gli alimenti persi, al primo posto ci sono i prodotti ortofrutticoli (33%) e al secondo carne e pesce (25%).

La ricerca SWG-Last minute Market si è concentrata in particolar modo sull’ambito domestico e ha individuato che nel 62% dei casi lo spreco alimentare è dovuto a confezioni troppo grandi; il 52% ad acquisti superiori alle reali necessità e il 43% alla scadenza dei prodotti indicata sull’etichetta.

È quindi evidente quanto il packaging abbia bisogno di adattarsi alle esigenze delle famiglie italiane per aiutarle a meglio gestire la gestione alimentare.

Il packaging al servizio degli alimenti

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Il primo passo verso la riduzione dello spreco alimentare consiste nel prolungare la shelf life degli alimenti. Sono diverse le innovazioni tecnologiche realizzate con materiali in grado di prolungare la conservazione dei cibi: senza l’utilizzo di conservanti alcuni packaging riescono a creare una vera e propria barriera contro umidità, microbi e urti. Quello di cui la filiera alimentare ha bisogno è dunque un packaging attivo, che interagisca con i prodotti assorbendo ossigeno e rilasciando antiossidanti e antimicrobici.

Aumentando la shelf life dei prodotti è possibile prolungare di 5 giorni la durata di conservazione degli alimenti, riducendo così gli scarti dell’89%. Se si pensa alla quantità di prodotti deperibili venduti in un supermercato, l’impatto che la shelf life può avere sulla riduzione dello spreco alimentare è notevole.

Packaging e comunicazione

Abbiamo più volte raccontato di quanto il packaging sia un fondamentale strumento di comunicazione. Informare in maniera chiara e semplice il consumatore riguardo la conservazione dei cibi e la data di scadenza può aiutare ulteriormente a ridurre lo spreco alimentare.

Il packaging diventa quindi anche un mezzo per educare i consumatori, istruendoli sulle modalità di conservazione più corrette. Si tratta di un’informazione che non è utile soltanto nel caso di alimenti comprati per la prima volta, ma anche per gli acquisti abituali: temperatura ideale di stoccaggio, durata di conservazione del prodotto prima e dopo l’apertura. Tutte informazioni che rendono il consumatore più consapevole e aiutano a evitare attivamente lo spreco alimentare.

Pur facilitando le operazioni di controllo e di inventario, le date di produzione indicate sulla confezione può confondere i consumatori. Una data di scadenza più evidente rispetto a quella di produzione allarga i tempi entro i quali i consumatori possono acquistare e consumare i prodotti, portando a un aumento delle vendite di oltre il 70%.

Spreco alimentare: le dimensioni del packaging

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Un formato ottimizzato per l’esposizione sugli scaffali aiuta ad aumentare la visibilità del prodotto e a ridurre le rotture di stock.

Altrettanto importanti sono le dimensioni del packaging: un imballaggio monouso e riciclabile mantiene a lungo la qualità del prodotto e può essere facilmente smaltito nella carta o nella plastica.

La prevenzione di danni alle confezioni, così come l’estensione della durata di conservazione sono un elemento fondamentale nella lotta allo speco alimentare. E il confezionamento sottovuoto skin risponde in maniera efficiente alle richieste di mercato, senza per altro perdere in appeal. Inoltre questo tipo di confezione, una volta consumato il prodotto, può essere riciclato: il consumatore viene così educato a un comportamento più ecologico sotto ogni punto di vista.

Quando mangiamo fuori casa

Lo spreco alimentare si combatte anche fuori casa. Se non si riesce a consumare per intero il proprio pasto, un’ottima azione anti-spreco è la doggy bag: un contenitore per l’asporto del cibo. Questa abitudine, in Italia ancora poco diffusa, deve essere promossa il più possibile, ovviamente abbinata all’utilizzo di contenitori riciclabili o compostabili in modo da evitare qualsiasi spreco di risorse.

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